“È il movimento che regala emozione”
Vero artista del cinema, Carlo Rambaldi è stato un talento unico nel mondo degli effetti speciali.
Scomparso nel 2012, la sua memoria vive ancora e può essere considerato l’ultimo artista completo dei trucchi scenici di tipo plastico ed elettromeccanico capace di realizzare il progetto grafico e di sovrintendere a tutte le fasi di realizzazione del modello.
Tanti sono stati i suoi allievi e i suoi collaboratori, tra cui Giorgio Giorgioni, che siamo felici di avere come docente del nostro corso di Trucco per Effetti Speciali.
Scopriamo insieme la storia di Carlo Rambaldi.
Da Ferrara a Los Angeles
Nato nel 1925 nella provincia ferrarese, sin da bambino Rambaldi cerca di animare tutte le cose che crea: il suo primo set, dove si muove con curiosità e voglia di sperimentare, è infatti l’officina meccanica del padre.
Dopo gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, è a Roma che inizia a lavorare nell’ambiente cinematografico come pittore e scultore.
Ma è nella seconda metà degli anni ’70 che Rambaldi comincia la sua avventura negli Stati Uniti, dove diventerà un vero maestro degli effetti speciali a Hollywood.
Effetti speciali da Oscar
Rambaldi ha vinto l’Oscar per i migliori effetti speciali per ben tre volte: il primo arriva con King Kong di John Guillermin del 1976, per il quale crea un pupazzo di 12 metri, il braccio meccanico a grandezza naturale di King Kong usato per le riprese ravvicinate con Jessica Lange e alcune maschere indossate da Rick Baker con il costume da King Kong; successivamente nel 1979 per Alien di Ridley Scott contribuisce, insieme a Hans Ruedi Giger, all’ideazione della creatura aliena e nel 1982 crea il suo capolavoro con il protagonista di E.T. l’extra-terrestre di Steven Spielberg.
Tra i numerosi altri film a cui ha collaborato ci sono Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) sempre di Spielberg e Dune (1984) di David Lynch.
Unendo elementi di elettronica e di meccanica, Rambaldi è stato un esperto della cosiddetta meccatronica.
Inoltre, quello che lo ha contraddistinto è stata l’artigianalità e l’attenzione al dettaglio che metteva nel dare vita ai suoi esseri cibernetici: erano macchine sì, ma con un’espressività unica.
Poco incline ai fasti hollywoodiani, Rambaldi trascorse con la famiglia i suoi ultimi anni in Calabria, dove ancora oggi opera la Fondazione in suo nome.
Se vuoi approfondire il lavoro di questo grande artista, ti segnaliamo la mostra “La meccanica dei mostri. Da Carlo Rambaldi a Makinarium” al Palazzo delle Esposizioni di Roma dal 22 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020.
Attraverso materiali provenienti dall’archivio privato di Rambaldi, alcuni dei quali inediti, la mostra costruisce un percorso in grado di tracciare la storia del cinema italiano e internazionale, fino al lavoro delle generazioni successive a Rambaldi.
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